1072; membr.; cc. II, 245, I' (pp. 490); le tre
numerazioni presenti nel ms. sono errate: due paginazioni, una a penna e
l’altra più recente a matita, numerano la prima pagina 3 e saltano da 179 a 190, trovandosi così
avanti di 12 unità (pp. 3-502); la cartulazione, più antica, salta da c. X a c.
XII (ff. I-CCXLVI); 110 (3-22; senza riscontro le cc. 3/4 e 5/6,
incollate al fascicolo), 27 (23-36; senza riscontro la c. 35/36), 310
(37-56; senza riscontro le cc. 37/38 e 39/40, incollate al fascicolo), 4-158
(57-258), 164 (259-266), 17-208 (267-330), 212 (331-334;
il bifoglio è reso solidale da una brachetta cartacea), 22-318
(335-494), 324 (495-502); inizio fascicolo lato pelo; 344 × 248 = 30
[240] 74 × 20 / 8 [65 (22) 65] 10 / 58; rr. 21 / ll. 21 (p. 27); rigatura a
secco. Legatura di restauro in cuoio.
Una mano; textualis per i sermoni aggiunti alle pp. 167a-b, 232b e
233a-b, originariamente bianche. Notazione neumatica beneventana in
corrispondenza del Canto della Sibilla (pp. 97a-99b).
Iniziali maggiori decorate di
formato e tipologia vari, disegnate a inchiostro e colorate di rosso, verde,
giallo, viola, azzurro, rosa e oro; le iniziali alle
pp. 24, 234 e 410 occupano l’intera pagina; iniziali minori semplici, toccate
di rosso, giallo verde e azzurro; titoli rubricati; cinque disegni a inchiostro, rispettivamente alle pp. 3, 5,
317, 409 (rispettivamente: Scena di dedica,
Annunciazione e Sogno di Giuseppe, Adorazione dei Magi, Ascensione; indice
completo in Orofino, Codici cassinesi, pp. 39-94).
A
p. 3, sotto la miniatura di dedica, in esametri: Accipe dignanter quod fert pater alme Iohannes [Iohannes in rosso] / munus et eterni sibi confer munera regni. / Supplicis ac votis pius
inde faveto Leonis [Leonis in
rosso]; / est studio cuius opus actum
codicis huius. Iohannes è
Giovanni Marsicano, già arciprete della Chiesa marsicana; in occasione della sua
professione monastica, avvenuta nel 1072, aveva fatto allestire a sue spese
l'omeliario per offrirlo a s. Benedetto, in cambio della salvezza eterna per sé
e per la sua famiglia. Il libro fu realizzato nello scriptorium cassinese per ordine dell'abate Desiderio. A partire da Francis Newton il Leo che sovrintende alla realizzazione del libro viene identificato
con Leone Marsicano, nipote di Giovanni e futuro autore del Chronicon cassinese.
A p. 4a-b: Anno dominicae incarnationis millaesimo septuagesimo secundo indictione
decima. Cum post transitum sanctissimi et eximii patris Benedicti in hoc eius
venerabili coenobio Casinensi, ubi sacratissimum eiusdem patris et legislatoris
nostri qui ipsius egregie sororis Scolasticae corpora honorifice humata quiescunt, septimo et tricesimo loco domnus
Desiderius venerabilis abbas praeesset, inter cetera suorum monimenta magnalium
quibus prae omnibus suis antecessoribus mirifice floruit, hunc quoque
pulcherrimum librum describi praecepit continentem scilicet eas lectiones quae in vigiliis precipuarum festivitatum, id est
nativitatis Domini, sancti Stephani, sancti Iohannis evangelistae, Epyphaniae,
Resurrectionis, Ascensionis ac Pentecostes debeant legi. Quem videlicet
librum ego frater Iohannes Marsicanae dudum ecclesie archipresbyter, nunc autem
ultimus eiusdem sancti loci famulus ob meam meorumque salutem ex propriis su[m]ptibus
componere feci ipsique sanctissimo
patri Benedicto eo die quo eius habitum suscepi super illius sacrum altare
devotus obtuli; contestans de cetero ut, si quis hunc quolibet obtentu ex hoc
sancto loco auferre praesumpserit, cum illis mansionem sortiatur aeternam
quibus in extremo iudicio dicturus est Christus: Ite maledicti in ignem
aeternum, qui paratus est diabolo et angelis eius. Segue, in modulo minore:
Quisquis tamen haec legeris subiectum
quoque dysticon legere ne pigriteris: huius scriptorem libri pie Christe Leonem
/ in libro vite dignanter supplico scribe (per Francis Newton [Leo Marsicanus, pp. 181-205], il copista Leone è persona diversa dal Leone
Marsicano citato nei versi di dedica).
Il distico finale è ripetuto sul margine inferiore da mano moderna (sec. XIX). A p. 502 un disegno aggiunto con la Ruota della fortuna. A p. 5 nota di possesso
dell'inizio del sec. XVI: Iste liber est sacri monasterii Casinensis
N° 1070. A c. IIr è presente la precedente
collocazione Litterae HH (sec. XIX); seguono tre note informative degli archivisti, una su datazione e
bibliografia, di Giovan Battista Federici († 1800), un’altra che commenta la
scena di dedica, seguita da alcune note di carattere paleografico, di Andrea
Caravita († 1875), e un'ultima di Luigi
Tosti († 1897) che, insieme a Anselmo M. Caplet († 1916), si dichiara d’accordo con quanto è
scritto sulla pagina.
R.
C.