Madrid, Biblioteca Nacional, 194
Homiliarium (dalla Pasqua a s. Andrea e Comune dei Santi)
Sec. X; membr.; cc. VI, 300, VI’; numerazione a penna di età moderna (s. XVIII?) fino a c. 303 in quanto omessi i numeri 118, 200, 203; 17 (1-7; senza riscontro la c. 7), 2-378 (8-298), 385 (299-303; senza riscontro la c. 299; probabilmente si trattava di un ternione poiché l’attuale bifolio centrale, 301/302, è quello originale); segnatura dei fascicoli in numeri romani al centro del margine inferiore del verso dell’ultima carta; i numeri sono inseriti in una cornice circolare o rettangolare, oppure circondati da trattini decrescenti (XXIV-XXXVII); inizio fascicolo lato pelo; 460 × 310 = 42 [353] 65 × 22 / 8 [ 95 / 8 (19) 8 / 95] 8 / 47, rr. 38 / ll. 38 (c. 72r); rigatura a secco; cadute almeno la carta iniziale e quella finale. Legatura di restauro in cuoio marmorizzato su piatti di cartone (sec. XIX/XX).
Una sola mano dal modesto contrasto. Iniziali decorate a inchiostro su pergamena riservata, di formato e tipologia vari, talora toccate di rosso: degna di nota è la V di c. 1ra, al cui interno si trovano le lettere seguenti della parola iniziale, disposte in verticale, nonché 14 (quelle visibili) testine di ecclesiastici all’interno degli scomparti; titoli rubricati; la decorazione sembra effettuata prima della scrittura.
Il ms. proviene dalla biblioteca del duca di Uceda, viceré di Sicilia dal 1687 al 1696, nel catalogo della quale, compilato a Palermo nel 1692, aveva il numero 206 (de Andrés, Catálogo, p. 26). In precedenza faceva parte della Biblioteca capitolare di Messina, confiscata dal suo predecessore Francisco de Benavides nel 1679 e trasportata a Palermo (de Andrés, ibidem, pp. 13-14). Non si conosce la precedente provenienza del codice. In seguito al passaggio di Uceda nel campo dell’arciduca Carlo d’Austria, il re Filippo V ne confiscò la biblioteca collocandola nell’appena fondata Biblioteca Reale (1712). La precedente segnatura B 3, che risale al Settecento (probabilmente al tempo di Carlo III) ed è stata in uso fino all’inizio del sec. XX, si trova sulla c. Iv, IIr, VIr, 1r, sempre depennata.
R.C.
Bibliografia
Wilhelm von Hartel, Bibliotheca Patrum Latinorum Hispaniensis, in Sitzungsberichte der philosophisch-historischen Classe der Kaiserlichen Akademie der Wissenschaften, Wien 1886-1915, 111, pp. 415-568; 112, pp. 161-266, 689-737; 113, pp. 47-128, 215-284, 499-578; 169, 2. Abh., pp. 1-98, rist. anast. Hildesheim – New York, Olms, 1973. Il codice è descritto nel fascicolo 113, pp. 103-110, corrispondenti alle pp. 366-373 dell’anastatica.
Inventario general de manuscritos de la Biblioteca Nacional, a cura di Ramón Paz Remolar e José López de Toro, I, Madrid, Ministerio de Educación Nacional, 1953 (Dirección General de Archivos y Bibliotecas. Catálogos de Archivos y Bibliotecas, 18), pp. 144-156.
de Andrés, Catálogo = Gregorio de Andrés, Catálogo de los manuscritos de la biblioteca del duque de Uceda, «Revista de Archivos, Bibliotecas y Museos», 78 (1975), pp. 5-40: 26.
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